03 Apr Le piante della primavera (parte 1/3)
Inizia la primavera, con tutte le sue ricorrenze, la Pasqua, la festa della mamma, le feste nazionali, i ponti, i weekend lunghi, i picnic, le gite fuori porta e le scampagnate in collina. Con le giornate più lunghe e le temperature più alte arrivano anche tante nuove piante fiorite per il giardino e per la casa. Ritorna il tempo dei colori e dei profumi e la natura ci offre nuovi spunti per fare e farci un piccolo regalo. Passiamo insieme in rassegna nove piante, alcune delle quali è ormai quasi un anno che non vediamo in negozio.
Siccome ho pietà dei miei due lettori, ne faremo una piccola serie a puntate. Iniziamo con le prime tre piante.
Gardenia
La gardenia ama le posizioni molto luminose, in piena luce ma non al sole diretto, almeno non per molte ore. Non crescerà più di tanto in altezza, e questo la rende ideale anche per i luoghi rialzati: terrazze, balconi, tavolini.
Soprattutto perché sta all’esterno, quindi costantemente asciugata dall’aria, la pianta richiede abbondanti e frequenti innaffiatture. Direi, a spanne, che ogni tre giorni va bagnata bene bene bene. Meglio per immersione. Un’acqua troppo calcarea può rendere marroni le punte delle foglie. Non è un dramma.
La gardenia è una pianta da esterno, anche se è difficile resistere alla tentazione di tenersela in casa almeno per un po’. Attenzione alle temperature. La gardenia non è una pianta delle nostre zone, è una specie “foresta” importata nel XVIII secolo da Cina e Africa del Sud (quindi da paesi tropicali): prima di metterla a dimora in giardino, bisogna considerare che non vive sotto i 15 gradi.
Pianta ordinaria ma ricercata, sobria ma raffinata, comune ma chic, la gardenia deve questa patina un po’ snob alle origini della sua fortuna commerciale. Importata già nel Settecento, è solo nell’Ottocento che il suo fiore esce dai giardini botanici per diventare fenomeno sociale. Il fiore di gardenia diventa infatti il vero must di tutti i veri dandy. Appuntato all’occhiello con una piccola ampollina di vetro è il segno distintivo dei viveur della Bella Epoque, una moda molto sofisticata, una moda al cubo se vogliamo: la moda di chi voleva far vedere di essere al di sopra della moda.
Calla
La pianta di calla vive in piena luce e gradisce anche alcune ore di sole diretto, quindi se cerchiamo una posizione per lei non dobbiamo preoccuparci troppo delle ore di sole e di ombra, l’importante è che stia in un posto luminoso.
Durante tutto il periodo della fioritura il terreno della calla va mantenuto umido, quindi bisogna tenerla d’occhio e bagnarla ogni due o tre giorni. Eventualmente possiamo lasciare anche un ristagno d’acqua, tanto la pianta è semi-palustre, quindi apprezzerà la cosa o comunque se ne farà una ragione. Una volta entrata nel periodo di riposo, cioè alla fine della primavera, si può diradare molto le innaffiature o affidarsi ciecamente a madre natura.
La calla è una pianta da esterno o da balcone. Possiamo tenerla in casa con noi per qualche giorno, ma va poi collocata fuori. Non è necessario il rinvaso ma, in caso, meglio utilizzare torba come terriccio. Per la concimazione va bene il comune fertilizzante per piante.
La Zantedeschia è originaria del Sud Africa ma si adatta abbastanza bene anche ai climi nostrani: vive serena tra i 15 e i 20 gradi, temperature superiori accorciano la durata dei fiori ma non compromettono la pianta, temperature inferiori vengono tollerate fino a 5-10 gradi. Per affrontare l’inverno vanno quindi piantate in posizioni riparate e/o ricoperte con un qualche strato protettivo, di paglia o cenere ad esempio.
Rosa
Intramontabile, la rosa è il grande classico per eccellenza. Pianta dalla storia millenaria (intesa come storia culturale, botanicamente, nella storia dell’evoluzione, è certo ben più vecchia), la rosa era coltivata anche nell’antichità, da grandi civiltà in varie parti del mondo, dai greci, dai cinesi, dagli egiziani, ed erano già note diverse varietà. Solo per ripercorrerne sommariamente la simbologia ci vorrebbero pagine e pagine: la rosa è sempre stata associata alla divinità e ai culti misterici, prima in ambiente ellenistico e romano (Afrodite, Venere) poi, nonostante un iniziale rifiuto come simbolo pagano di lussuria e depravazione, è stata ampiamente adottata anche dall’iconologia cristiana, in tante varianti: la rosa mariana (da cui il rosario), la rosa della passione di Cristo, la rosa come fiamma dello Spirito Santo. Poi c’è la rosa dei poeti e degli scrittori, degli artisti, la rosa come pegno d’amore eccetera eccetera.
Le piante di rosa hanno bisogno di molta luce per fiorire bene, quindi è essenziale trovare una posizione soleggiata e ben illuminata. Nel periodo vegetativo stanno bene a temperatura ambiente e anche nel periodo invernale possono rimanere all’esterno: un paio di mesi sotto i 7 gradi favorisce il riposo della pianta. Va però protetta in caso di gelate.
Le rose si devono innaffiare abbondantemente, soprattutto nel periodo della fioritura, cioè primaverile ed estivo. Tra una bagnatura e l’altra lasciare che il terreno si asciughi. Meglio scegliere posizioni ben drenate o comunque una sistemazione che non formi ristagni di acqua.
La rosa è una pianta tipica da esterno. Può essere tenuta anche sul balcone, ma non dentro casa. All’interno infatti inizia a ingiallire e perdere le foglie già dopo pochi giorni e fatica a portare a fioritura i boccioli.
Ma se volessimo dirne almeno uno, qual è il significato del fiore di rosa? Il nocciolo, il seme, il nucleo semiologico è forse quello del mistero, del riserbo, del segreto. La rosa è un cuore avvolto da petali e petali, metafora di un’intimità gelosamente custodita e nascosta in un complesso abbraccio. Da questo derivano probabilmente la predilezione per la rosa di vari culti misterici, alcune espressioni linguistiche come “sub rosa“, che nel latino medievale indicava per l’appunto una rivelazione da tenere per sè, e l’assunzione a simbolo di fenomeni di forte contenuto ermetico, mistico e di forte carica emotiva, dalla Passione di Cristo alla passione amorosa.
TO BE CONTINUED…
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